La Green Economy è tra i temi più discussi a livello globale in questi ultimi anni, e rappresenta un impegno da assumere a tutti i livelli sociali e in tutti i settori produttivi; soprattutto in agricoltura. L’interrogativo che ci ha spinti a scrivere questo breve articolo è stato: “Quanto è sostenibile la coltivazione del tartufo?” Ecco, nelle poche righe che seguiranno, in maniera sintetica, analizzeremo il tema della tartuficoltura e sostenibilità ambientale, alla luce dei più recenti studi e delle ultime pubblicazioni.
Noi di GM Pozzuto Tartuficoltura abbiamo a cuore il tema della sostenibilità ambientale più di ogni altro; l’amore che nutriamo per la natura e per il territorio hanno costituito da sempre il “nutrimento” per il nostro progetto, consentendoci, nel corso degli anni, di diventare un importante punto di riferimento per tutti coloro che intendono avvicinarsi a questo affascinante mondo.
Il nostro approccio alla vita e al lavoro ha avuto, da sempre, l’obiettivo di generare il minor impatto possibile sull’ecosistema. Tuttavia, è ben noto che ogni attività umana, è destinata a lasciare comunque un’impronta negativa sulla natura… ma con la Tartuficoltura è tutta un’altra storia…
La coltivazione del tartufo costituisce un’alternativa sostenibile alle coltivazioni tradizionali!
La tartuficoltura richiede l’esistenza di un’ecosistema con elevati standard di biodiversità e in un certo senso “costringe l’uomo” a salvaguardare l’ambiente, a mantenere lo stato selvatico della natura e in alcuni casi a “ricostruirlo” e favorirne lo sviluppo.
Sappiamo bene che l’insieme degli ecosistemi, delle specie vegetali e animali che vivono liberi, è di fondamentale importanza sia per la sopravvivenza del pianeta che per la sopravvivenza della nostra specie. La conservazione della natura selvatica è quindi essenziale per garantire la biodiversità, l’equilibrio ecologico, la salvaguardia delle risorse naturali e la preservazione del nostro patrimonio culturale e storico.
Con la coltivazione del Tartufo siamo difronte ad uno dei pochi casi in cui l’interesse del guadagno economico, tipico dell’essere umano, genera anche benessere alla natura.
Si tratta di una coltivazione interessantissima in grado di unire i benefici economici a quelli ambientali e paesaggistici.
La coltivazione del tartufo è tra quelle più sostenibili dal momento che gioca un ruolo ecologico molto importante perché garantisce la tutela del territorio, il contrasto all’erosione del suolo, la prevenzione del dissesto idrogeologico, il ripristino della fertilità naturale dei suoli spossati e assorbe Co2.
Sappiamo bene quanto, soprattutto recentemente, il tema della sostenibilità, sta orientando le scelte dei governi, basti pensare che la maggior parte degli interventi finanziari a sostegno delle imprese, come bandi, contributi ecc., hanno come tematiche l’innovazione e la sostenibilità ed è anche per tali ragioni che le previsioni per il settore della tartuficoltura sono più che rosee.
Perché la Tartuficoltura è un’attività altamente sostenibile per la terra?
La tartuficoltura non necessita dell’utilizzo di fertilizzanti chimici né diserbanti nocivi per l’ambiente mentre è fondamentale conoscere bene le caratteristiche del suolo, il clima e le tecniche colturali. La crescente domanda di tartufi a livello internazionale e la contemporanea riduzione delle aree naturali di produzione in Italia, genera un’imperdibile opportunità.
È un prodotto della terra che nasce spontaneamente, senza utilizzo alcuno di pesticidi, fertilizzanti o irrigazione artificiale. Questo consente di risparmiare risorse preziose, come l’acqua, ma soprattutto evita che vengano disperse nell’aria e nella terra sostanze nocive agli animali, alle piante e all’uomo. La crescita del tartufo implica che le tartufaie create dall’uomo replichino gli aspetti tipici dell’ecosistema naturale.
Ciò di cui il tartufo necessita per nascere, crescere, essere trovato e raccolto dall’uomo dipende strettamente dalla salubrità dell’ambiente. Questo invita ad attuare pratiche che permettono all’ambiente di rigenerarsi e limitare l’impatto che le aziende e le attività dell’uomo hanno sul pianeta, rispettando i tempi della natura.
Tartuficoltura, redditi e lavoro
Il tartufo è un prodotto senza limiti di mercato e in grado di generare elevati profitti, – a tal proposito vi invitiamo a prendere visione di un’articolo de “il Sole 24 ore” intitolato :” Coltivare Tartufi si può spendendo 7 mila euro“- tutto ciò procura lavoro in agricoltura, contrastando anche l’esodo dalle zone disagiate e l’abbandono delle campagne sempre tendenzialmente in aumento. La creazione così di nuovi posti di lavoro in agricoltura, grazie agli elevati profitti, consente ai giovani di riavvicinarsi al mondo agricolo.
Possiamo sintetizzare i 3 principali obiettivi della tartuficoltura: ricchezza, biodiversità e sostenibilità.
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